I social sono
diventati un mezzo di comunicazione importantissimo, questo è innegabile. Oggi,
scorrendo la mia home, vedo tantissime immagini che inneggiano ai vigili del
fuoco e alle forze dell’ordine per il grandissimo lavoro che stanno svolgendo
in centro Italia, eroi sottopagati che si rompono la schiena al freddo e al
gelo per aiutare i bisognosi, gente come
i pompieri che nel 2013 sono rimasti senza assicurazione sanitaria e si spendono per
il prossimo, un paese di volontari e virtuosi emerge e si distingue in questi
momenti difficili.
Tra tutti gli
eroi nazionali però, di tanto in tanto, fa capolino qualche eroe locale!
Un cavaliere
senza macchia e senza paura si è speso nei giorni passati per dirci, pensate un
po’, che fuori fa freddo e che se dovesse tornare a fare caldo, non esiterà a
farcelo sapere.
Wow! Ma non è tutto.
Sempre tra un
post e l’altro, ogni tanto è doveroso fare un po’ di sana propaganda politica:
qualche mese fa sono iniziati i lavori per la costruzione del Duomo di Mediglia
nella frazione di Mombretto. Una fantastica cattedrale adornerà le campagne
locali per la gioia dei cittadini. Intendiamoci, la cattedrale sarà bellissima,
funzionale e magari a basso impatto ambientale ma siamo sicuri che la scelta
fatta sia la migliore?
Vediamolo insieme.
Nell’intero
territorio comunale le strutture abbandonate non mancano, solo nella frazione
di Mombretto se ne contano 3-4 e le zone
di conseguenza degradate sono più di una, perchè non provvedere a rimettere in
funzione una cattedrale già costruita invece di costruirne una nuova? Questo è
l’atteggiamento tipico di chi si lamenta della limitante percentuale di parco agricolo
imposta e invece di sfruttare terreni già occupati ne cerca di nuovi (vedi caso
Mapei). Sicuramente è più scenografico costruire una nuova cattedrale con le
proprie iniziali sul rosone ma il rischio che si corre è quello di lasciare che
le si formi il deserto intorno.
Chi amministra la
cosa pubblica, come diceva Leopardi, dovrebbe cercare di guardare oltre...
“...questa siepe, che da tanta parte
Dell’ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
Spazi di là da quella, e sovrumani
Silenzi, e profondissima quiete...”
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