Ogni giorno, ogni
settimana e ogni mese capita di sentire persone secondo le quali la mafia non
esisterebbe più, per lo meno non nel nord Italia: “Nel mezzogiorno ogni tanto
spunta qualche sparatoria e i commercianti pagano il pizzo ma al nord... al
nord no! Al massimo si gonfia qualche appalto, si truccano i bandi e si gratta
qualche nichelino a destra e a manca...” sì, si sciolgono le persone nell’acido
e si (ri)uccide un giudice antimafia ogni volta che sento queste parole. Il non
chiamarla col suo nome è il primo modo per assecondare il problema, il concetto
di mafia è cambiato molto, non fanno più notizia le stragi e le sparatorie, non
ha più bisogno di incutere troppo timore nelle persone. Essa, ora, necessita di
agire nell’ombra e nel buio, i veri soldi non si fanno più col contrabbando di
tabacco e prostituzione, i veri soldi ruotano attorno alle grandi imprese (vedi
Expo) del settentrione, il racket delle aziende farmaceutiche è uno dei più in
voga tra gli ‘ndranghetisti esportati nel lodigiano. Un’amministrazione
comunale che trucca una gara d’appalto o che muove sapientemente misure d’urgenza
per evitare controlli e piattaforme anticorruzione ed assegnare gli appalti ad
un partecipante predestinato lasciandosi “regalare” una percentuale della somma
dovuta è un comune che, nel 2016, agisce a stampo MAFIOSO, non c’è bisogno
della sparatoria e tanto meno del pizzo. Minacce sempre più velate si insinuano
come serpi nelle nostre vie e, la “casta mafiosa”, (passatemi il termine casta)
prende sempre di più, in maniera figurata, le distanze da i delinquentelli di
paese ma sì dai, i picciotti che conosciamo tutti e che incontriamo ogni
giorno, in giro, sotto casa, dentro casa, in televisione, nel nostro letto ma
che vuoi? Vattene, esci da casa mia! Ecco, se tutti avessimo il coraggio di
dire Vattene, le nuove organizzazioni criminali che predicano il puritanesimo
agli occhi dei cittadini, avrebbero da stare attenti perché gli occhi dei
cittadini allora sarebbero davvero puntati su di loro.
La mafia non
esiste.
[cit. Marcello Dell’Utri, fondatore di Forza
Italia e condannato per concorso esterno in associazione mafiosa, riconosciuto
come mediatore tra COSA NOSTRA e S.Berlusconi]
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